sabato 23 aprile 2011

cicliche riflessioni

una notte un monociclo...metafora della vita


Mono - Ciclo = unico – giro

Lui questa notte ha voluto dirci qualcosa, ha provato a insegnarci qualcosa. Col suo nome ci dice che la vita è un unico giro, un giro ampio s’intende, non proprio una pedalata, al cui interno come noto ci sono 360 gradi, a indicare la moltitudine dei punti di vista,­­­­ delle strade da poter intraprendere e degli orizzonti da poter osservare. Ed essendo unico, bè si, dobbiamo provarlo!

Se lo guardi ti incuriosisce, è divertente un pò strano e sembra anche facile. Viene voglia di provarlo, ma non sai… qualcuno ha qualche resistenza all’inizio. pensandoci però lui è qui ora, e non sai quando potrà ricapitarti e alla fine, provi! Sali ed è un casino! difficile, scomodo, innaturale, ti da la sensazione che il tuo corpo non sia più uno! Ma viene diviso in parti, da questo oggetto che in un certo senso, ti smonta. Le gambe vanno avanti e il corpo resta indietro, intanto la testa fa altri giri ancora e ti rendi conto che coordinare i vari pezzi di te richiede un controllo che credevi di avere, ma che ora hai perso… Aggrappato con tutto il peso e le forze a qualcuno, cerchi di restare su, sfidi la difficoltà, insieme a qualche legge fisica e cerchi di ricomporti su questo strano oggetto… Come a dire che da quando vieni al mondo e inizi a partecipare al giro della vita, sei nulla, ti azzeri, o comunque è dallo zero che inizi, e devi cercare di comporti, di conoscerti, di ascoltarti, nel corpo e nella mente, con l’aiuto delle persone, costruendo il tuo equilibrio.

L’Equilibrio…

Appena Sali su, non ce l’hai, per quanto ti è distante ed estraneo in quel momento potresti quasi dire che non sai cos’è, l’equilibrio. Una cosa che cerchi, ma non sai bene come raggiungere… che anche con qualche dritta tecnica resta complessa, eppure cosi semplice nel suo essere. E dunque la soluzione, il modo per raggiungere tale obbiettivo, pare essere la pratica, semplicemente, nient’altro che la pratica, e il tuo corpo s’adatterà col tempo e spontaneamente a quell’aggeggio... Avrai piccoli momenti d’equilibrio, poi cadrai e dovrai ripartire, semplicemente ripartire, sempre con lo stesso scopo, l’equilibrio…

Ma l’equilibrio quando lo trovi, quando ce l’hai, cos’è? Come lo definisci? Punto d’arrivo? Ossia stasi? Non può essere… Se provi a stare fermo, cadi, ti sbilanci e cadi e l’equilibrio che avevi appena trovato, lo perdi, così! Allora stasi ed equilibrio non sono la stessa cosa, non qui, non in questa sede…forse in ambito scientifico…ma non qui, ricordiamoci che siamo sulla luna… e forse quello che cerchiamo noi è l’equilibrio in movimento, qualcosa che ci dia stabilità ma che ci permetta di procedere in avanti, senza fermarci… e per arrivare a questo abbiamo bisogno di sbandamenti, di deviazioni continue a cavallo di un punto fisso, del punto fermo, della stasi.

Dobbiamo muoverci intorno al centro, come la ruota e il suo asse, o la terra e il suo sole…

In questo senso il monociclo o la vita, che abbiamo stabilito essere la stessa cosa, ci invita ad accettare gli sbandamenti, le deviazioni, gli squilibri e i cambi di direzione che di tanto in tanto tutti noi sperimentiamo e riconoscere che sono necessari, per poter andare avanti, per trovare l’equilibrio in movimento e continuare a girare.

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