venerdì 8 aprile 2011

Un pò di Luna



Ecco alcuni spunti sulla nostra guida notturna.



Il simbolismo lunare:


Il simbolismo della Luna si manifesta in correlazione con quello del Sole. I suoi due caratteri fondamentali derivano da una parte dal fatto che la luna è priva di luce propria e non è che un riflesso del sole, dall’altra dal fatto che essa attraversa delle fasi diverse e cambia forma. A questo doppio titolo essa è simbolo di trasformazione e crescita.


La luna rappresenta anche il tempo che passa, il tempo vivente del quale essa è la misura attraverso le sue fasi successive e regolari. E’ lo strumento di misura universale.


La luna è anche il primo morto. Per tre notti ogni mese lunare, essa è come morta, scompare: poi riappare e cresce in splendore. Allo stesso modo si ritiene che i morti acquisiscano una nuova modalità di esistenza. La luna è per l’uomo il simbolo di questo passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita.

La luna è a un tempo porta del cielo e porta dell’inferno, Diana ed Ecate.


In astrologia la luna piena rappresenta il versante passivo ma fecondo delle cose, la notte, l’umidità, l’inconscio, l’immaginazione, il sogno, la ricettività e tutto ciò che è instabile, transitorio e influenzabile.


Nei tarocchi la luna può simboleggiare lo sprofondamento dello spirito nella materia, la falsa via, la falsa sicurezza, le apparenze ingannatrici, gli inganni, le trappole, lo smarrimento.


La luna nelle tradizioni popolari:


I cinesi vedono la luna come la coppa dello yin della conoscenza e rappresentano una lepre che vi pesta gli ingredienti dell’elisir di vita.

La festa della luna la cui dea è Heng-wo è una delle tre grandi feste annuali cinesi: essa ha luogo al plenilunio dell’equinozio d’autunno. Si tratta di una festa delle messi: la luna è simbolo di fecondità. La luna è d’acqua, essa è l’essenza dello yin, ed è abitata da una lepre o un rospo.


Nell’induismo la sfera della luna è la meta della via degli antenati (pitriyana), essi non sono liberati dalla condizione individuale ma producono il rinnovamento ciclico. Le forme compiute vi si dissolvono, le forme non sviluppate ne emanano.

La festività di Shivaratri (“la notte di Shiva”, la notte prima della luna nuova) viene celebrata dagli Indù di ogni parte del mondo. Maha Shivaratri cade tra febbraio e marzo. E' l'avvento dell'unione tra l'anima individuale con la divinità suprema e rappresenta il più elevato stato di realizzazione spirituale, ove il mondo della relatività si dissolve e prevalgono la calma e la pace. In questa notte il ricercatore rimane sveglio e pienamente consapevole della sua identità con Shiva e ne sperimenta l'eterna verità, beatitudine e bellezza.


I popoli altaici salutavano la nuova luna chiedendole la felicità e la fortuna.


Gli Estoni, i Finni e gli Yakuti celebrano i matrimoni alla luna nuova.


Per i Samoiedi la luna è l’occhio cattivo di Num (il cielo) di cui il sole sarebbe l’occhio buono.


Presso i Maya la dea lunare Ixchel è la compagna del dio Kinich Ahau (Signore-Viso del Sole) ma anche il suo aspetto ostile e malvagio. Rappresenta anche la pigrizia e la licenza sessuale.


Presso gli Aztechi le divinità lunari comprendono gli dei dell’ubriachezza (i quattrocento conigli), perché l’ubriaco che si addormenta e si risveglia dopo aver dimenticato ogni cosa è un’espressione del rinnovamento periodico. La luna è rappresentata come un recipiente pieno d’acqua su cui si staglia la figura di un coniglio.


Per gli indios Gé del Brasile centrale e nordorientale la luna è una divinità maschile che non ha alcun legame di parentela con il sole.


In tutto il mondo semitico del sud la luna è di sesso maschile e il sole di natura femminile perché per questi popoli nomadi è la notte ad essere dolce, riposante e propizia ai viaggi. La luna è la guida delle notti.


Nella tradizione ebraica la luna rappresenta il popolo degli ebrei. Così come la luna cambia aspetto, l’ebreo nomade modifica continuamente i suoi itinerari (Adamo, Caino, Abramo).


Nel Corano la luna (Qamar) è un dono che Allah fa agli uomini per misurare il tempo, infatti nell’Islam il calendario solare regola l’agricoltura e quello lunare i riti religiosi.


Per il popolo irlandese la luna, come il sole e la terra, serve da garante nelle formule usuali del giuramento.


Le macchie lunari:


In Guatemala e Messico esse raffigurano un coniglio o un cane.

In Perù un giaguaro o talvolta un volto umano.

Secondo gli Incas sarebbero polveri che il sole per gelosia le avrebbe gettato in faccia trovandola più splendente di lui.

Per gli Yakuti rappresentano una bambina che porta sulle spalle un bilanciere con due secchi d’acqua.

I Tartari dell’Altai vi vedono un vecchio cannibale che gli dei hanno allontanato dalla terra per risparmiare l’umanità.

In Asia centrale i miti che riguardano i cambiamenti lunari la vogliono abitata da cani, lupi e orsi.

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