giovedì 14 aprile 2011

Incontro prima di mezzanotte

Tornando a casa a preparare il pidgin-bagaglio per la notte, parcheggio in Piazzale Tiburtino e intravedo Amedeo che, dall’altro lato della strada, fa capolino dalla sua tenda e si guarda intorno. Mi sporgo dallo sportello e mi sbraccio per salutarlo

“Ciao bella!” risponde lui

Attraverso la strada, gli chiedo come sta con un gran sorriso e lui si fa circospetto

“C’è uno lì, vedi? Lì sotto gli alberi, un zingaro credo, un zingaro che si è messo a dormire lì. Quello è pericoloso: me ne sto qui perché mi vuole fare male, qui non ci si può fidare di nessuno!”

Lo guardo preoccupata e incredula

“Bella mi devi fare un favore: chiama la polizia e dì che c’è un zingaro pericoloso, che se lo devono portare via, perché qui non può stare!”

Cerco di spiegargli che non voglio chiamare la polizia

“Ti do il mio telefono tieni, tieni, chiama dal mio!”

Tira fuori un vecchio Nokia dalla tenda.

Gli spiego che non è un problema di telefono e gli propongo chiamare lui, se è spaventato


“Io ho già chiamato polizia un'altra volta, loro venuti e SDRAM! mi hanno dato un colpo qui e uno qui: io non chiamo più.”

Rifiuto ancora spiegando che proprio non mi piace la polizia

“Quello mi ha minacciato! Ha detto che stanotte viene e mi brucia la tenda! Io mi so difendere sai! Ho preso questo e se voglio gli spacco la testa! Ma io quello così lo ammazzo, per proteggermi va a finire che lo ammazzo prima io! Non voglio farlo però, non voglio andare in galera!”


Arrivati a questo punto, preoccupata per lui e anche per “il zingaro", dato che quello che Amedeo ha preso per difendersi è un enorme palo di ferro arrugginito, prendo il telefono con mano tremante e digito

“Chiama! UNO-UNO-TRE!”

Racconto che c è un uomo che mi ha minacciata, che sembra pericoloso e che forse va allontanato

“Grazie bella, grazie! Se lo devono portare via questo! Le persone cattive in galera devono stare!”

Provo a buttare lì qualche obiezione sui cattivi e la galera ma non è il momento giusto.

“Ci sono più cattivi che buoni a questo mondo”

Amedeo dice di non essere amico di nessuno

“Perché se stai da solo stai tranquillo, ma appena hai un amico…cominciano i problemi! Io, amico, solo di lui!”

Mi ha detto qualche giorno fa indicando il cielo.


Lo saluto e con le viscere contorte per i sensi di colpa mi avvio verso casa.


Ripassando più tardi gli chiedo come è andata a finire


“E’ venuta la polizia! Hanno detto che lo conoscono: è un delinquente, un zingaro che sta sempre qui a Piazza Vittorio”

Pare che non sia successo un granchè, che la polizia l’abbia costretto a spostarsi da lì senza usare la forza, almeno a quanto dice Amedeo.

Vuole offrirci un aperitivo ma gli dico che stiamo andando a lezione, che se ritardiamo per bere con lui il professore ci prende per ubriaconi e che ci vediamo più tardi, se lui sarà sveglio, perché siamo in giro tutta la notte…

“Lo sai che devi dire tu al professore? Digli così: tu dici che siamo ubriaconi ma....l’ambiente è questo....vedi un po’ tu! Io sto sveglio, tanto, mica dormo, qui non c è da fidarsi! Portami un caffè quando torni!”

1 commento:

  1. piccola aggiunta:
    9 am costanza esce dal bar in cui si faceva colazione con caffè a portar via.

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